Il nome spiega l’ubicazione del rione: nella parte antica di Servigliano (sono visibili vestigia di epoca romana). Paese Vecchio può fregiarsi del Palio del venticinquennale, conquistato da Paolo Margasini nel ‘93. E’ stata proprio quella l’ultima affermazione (la quarta, dopo l’accoppiata ‘70-’71 e il tris firmato Giacomoni) prima dell’ingaggio di Cino Felici, che ha portato altri due palii (’98 e 2000) nella gestione del console Ferretti.
Il rione giallo-verde (simbolo: un castello sul monte) vanta un curriculum tutto particolare. Assente nella prima edizione, del ’69, venne formato l’anno seguente, che coincise con il trionfo di Carlo Monti. Ma fu vita breve: nel ’73, dopo conflitti interni, ruggini e diaspore con il comitato centrale, Paese Vecchio decise di non gareggiare alla Giostra, né di prendere parte al corteo storico. Fatto sta che dal ’74 all’83 (anno del gran ritorno) la defezione ha pesato assai sul Torneo Cavalleresco, la cui economia ha dovuto fare a meno giocoforza di una componente basilare, visto il calore che da sempre i componenti del rione gettano nella contesa. I consoli che si sono succeduti hanno lasciato il segno.
L’era moderna è caratterizzata dall’impronta di Giancarlo Ferretti, vulcanico console della kermesse. Fu lui a volere Gianni Vignoli, a scegliere in una sola notte di pensieri (dopo l’infortunio di Vignoli) Paolo Margasini, a strappare alla concorrenza il quotato Alfiero Capiani e a puntare su Luigi ‘Cino’ Felici. Ferretti, che non stima affatto De Coubertin, non parte di sicuro per partecipare.
Dal 2012 il Cavaliere del Rione e’ Massimo Gubbini di Foligno