Gianni Nardoni

Il Maestro di Bandiera Gianni Nardoni

Nell’autunno del 1986 conobbi il signor Federico Monti, console di Paese Vecchio .
Mi parlava di voler creare un gruppo di sbandieratori, e conoscendo la mia attività di maestro e coreografo degli sbandieratori della quintana di Ascoli si decise di prendere in considerazione la realizzazione di un gruppo per l’anno successivo.
Nel novembre del 1987, trovandomi a colloquio con tutto il direttivo, maturò la possibilità di iniziare quest’avventura.
Sono trascorsi tanti anni, molti dettagli mi sfuggono, ma ancora chiaro e lucido è il primo approccio con i ragazzi nei primi allenamenti.
I primi incontri furono piuttosto complessi e molto duri. Non fu impegnativo insegnare ai ragazzi gli esercizi ed i movimenti, per la loro voglia di apprendere e per la novità che li predisponeva al meglio.
Nonostante la loro buona preparazione e struttura atletica, fu duro trasmettere la grazia e l’eleganza da attribuire ad ogni esercizio: il corpo e la bandiera dovevano andare all’unisono con tutta l’attivita motoria espressa dal corpo.
Ma la grande voglia di presentarsi a Servigliano con un prodotto innovativo, spettacolare e di qualità, mise nella condizione i ragazzi, allenamento dopo allenamento, di entusiasmarsi al punto da superare tanti ostacoli e molti limiti.
Maurizio Frinconi, il leader, sapeva ben tenere saldo e compatto il gruppo e così nacque un fortissimo spirito di corpo che diede rapidamente i suoi frutti.
Tutto il paese era solidale con questi giovani ed io godevo di un grande rispetto; questa attività era l’orgoglio dei curettani, ognuno dentro covava il desiderio di andare a dimostrare a Servigliano chi erano quelli di Curetta. Per i curettani presentarsi nella piazza di Servigliano, da sempre una vera e propria arena per gladiatori, era un segno di forza! Così per completare il lavoro con le bandiere il rione diede vita anche ad un gruppo di tamburi. Tutto fu preparato con cura e i tamburini erano coordinati da Simone Marziali. Per la prima esibizione riuscirono a raggiunger una buona preparazione.

Giungemmo cosi al torneo.
Tutti i serviglianesi attendevano i curettani, la voce del nuovo gruppo si era propagata, il timore ma anche sfida con gli altri rioni, come per magia si spengono le luci del paese, si accendono le torce in mano al pubblico, si sviluppa in maniera semplice la cerimonia della cessione della piana, si riaccendono le luci, rullo dei tamburi, squillo delle chiarine, il prof.Antonelli spiega ed enfatizza ogni piccolo accadimento ed annuncia l’esibizione dei neosbandieratori del rione Paese Vecchio, di corsa i ragazzi entrano a bandiere tese al vento al centro della piazza.
Fui invaso e pervaso da una forte emozione.
Fra ripetuti applausi e un tifo fragoroso degli abitanti di Curetta i ragazzi sciolinarono tutta la loro classe.
Si comportarono bene e ripagarono in pieno, nonostante qualche piccola e lieva incertezza, la fiducia che avevo riposto in loro. Ero molto soddisfatto! Completata l’esibizione ed effettuato il saluto mentre i ragazzi corevano sotto il loggiato del comune, diedi loro un forte abbraccio ed un bravo a tutti perchè la loro esibizione aveva ripagato tutti i sacrifici fatti.
Quella perfomance ridiede nuovi stimoli agli sbandieratori degli altri rioni che negli anni successivi si riorganizzarono e riqualificarono fortemente in ampiezza e qualità tutta l’attivita di sbandieramento legata al torneo.
Da quel giorno iniziò per tutti i ragazzi di Paese Vecchio un percorso aureo di risultati e successi.
Oggi dopo venti anni ricordo con vivace intensità e forte commozione i volti di quei ragazzi che mi diedero la possibilità di affermare il valore espressivo e qualitativo della scuola di maneggio della bandiera, un’arte vera e propria, che i ragazzi di Curetta seppero interpretare alla grande.
Un ringraziamento oggi va al magnifico console che da tanti anni è in prima linea, Giancarlo Ferretti che ha avuto sempre un debole per questi ragazzi e che nel tempo ha condotto tante battaglie per tutelare questo importante patrimonio. Lo ringrazio soprattutto per avermi dato l’oppurtunità di poter raccontare questa storia con i miei appunti di viaggio da me sempre conservati con cura… grazie Paese Vecchio!!!